| Eccoci felicemente a parlare di Quintale. Dunque dunque, l'ho ricevuto ieri mattina dal simpatico postino. E l'unica cosa che avevo letto al riguardo era un qualcosa sul sito della Audioglobe, dove si parlava di maggiore pesantezza e di rock. Avendo ancora in mente di quando mi si parlava dell'ultimo Today is the Day come di grindcore non ho dato peso alla cosa.
Il primo ascolto, e quello su cui si basano le mie impressioni, è stato effettuato dallo stereo della mia automobile durante il tragitto negozio-casa ed il successivo casa-negozio dopo la pausa pranzo.
Ecco invece effettivamente questo album è rock, molto fisico, molto aspro, con tanto fuzz sulle chitarre e una voce mai stata così roca e quasi gutturale alle volte. Haiti, la prima traccia, ci da infatti così il benvenuto, rock, vecchio rock, hard rock. Ma già la seconda canzone smorza un po' i toni, è ritimica, e suona tanto tanto italiana, ricordando molto il vecchio Zucchero ma con tanto disagio in più (seppure per qualche motivo la prima immagine che mi si è parata davanti agli occhi è stata quella del pizzetto mefistofelico di Piero Pelù). E le traccecontinuano così, a volte velocizzandosi ed inasprendosì a livelli inattesi quasi volessero ricordarci che l'hardcore degli albori è ancora vivo e pulsante. Ma veniamo alla questione, non sono più i Bachi da Pietra? Ebbene, non sono certamente più i Bachi da Pietra che conoscevamo, o almeno non lo sono in questo caso, ma l'uso delle percussioni dettato dall'assenza della cassa, ed alcune metriche vocali "tipiche" (seppur cantate invece che parlate) ci ricodano che invece sono proprio loro.
Quintale non è il loro disco migliore, è anzi forse il peggiore... forse però. Mi ha divertito, di tanto in tanto mi ha stupito, e a volte mi sono trovato a sorridere come un ebete mentre lo ascoltavo e guidavo. E poi, detto fra noi, alla mia età la sperimentazione ha rotto i coglioni perché l'età in cui "diverso" è sinonimo di "migliore" l'ho superata da un pezzo e sono ormai giunto alla piena consapevolezza che "diverso" nella maggior parte dei casi significa "merda", perciò ben venga un disco che non vuole sperimentare, non vuole inventare, non vuole essere qualcosa di innovativo, ma vuole solo suonare. E suona, caspita se suona. Mai mi sarei aspettato di trovarmi ad agitare la testa avanti e indietro con una canzone dei Bachi.
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